SIR: un anno di Istituto di Storia della Reumatologia

Si tratta della prima struttura di questo genere al mondo

12 ottobre 2021 / Reumatologia

Venezia, 12 ottobre 2021 – Oltre cinque milioni e mezzo di pazienti solo in Italia con numeri sempre in crescita anche a causa di fattori ambientali e scorretti stili di vita: le malattie reumatologiche stanno diventando sempre più una emergenza anche nel nostro Paese, soprattutto dopo la pandemia. Alcune di queste malattie erano presenti già in passato e hanno colpito personaggi illustri: da Michelangelo a Galileo, da Enrico VIII a Sant’Ambrogio, da Cristoforo Colombo a Garibaldi. Altre invece, come l’artrite reumatoide, sono insorte da poco più di due secoli. Per questo studiare la storia e il passato può diventare un fattore determinante per capire i meccanismi delle malattie, consentendo di meglio affrontarle oggi e garantendo ai malati terapie efficaci e buona qualità di vita. È l’obiettivo dell’Istituto di Storia di Reumatologia, sorto un anno fa nella splendida cornice di Venezia, per volere della Società Italiana di Reumatologia (SIR), e che oggi celebra il suo primo anniversario con un convegno nazionale. “Si tratta della prima struttura al mondo di questo genere nell’ambito della Reumatologia – afferma il prof. Leonardo Punzi, Direttore dell’Istituto –. L’obiettivo è coniugare la ricerca storiografica con quella clinica e scientifica. Siamo partiti da pochi mesi ma già abbiamo raggiunto importanti risultati, approfondendo alcuni aspetti legati alla genesi delle patologie reumatiche. Ed abbiamo scoperto, per esempio, che chi è sopravvissuto ad alcune pandemie o epidemie come, ad es., peste o malaria, corre maggiormente il rischio di sviluppare malattie autoimmuni, come quelle reumatologiche. Un tema di straordinaria attualità – sottolinea Punzi – in questo periodo di post-Covid.

L’Istituto ha sede presso la Biblioteca Storica di Medicina, situata nel complesso monumentale della Scuola Grande di San Marco, presso l’Ospedale Civile SS Giovanni e Paolo di Venezia. “Siamo molto gratificati dall’entusiasmo di chi ha preso parte al progetto, persone e istituzioni. Durante questo primo periodo abbiamo lavorato e studiato molto, individuando diversi oggetti di osservazione. Non ci saremmo mai aspettati un riscontro così importante”. Al convegno di oggi ampio spazio viene dedicato all’analisi di alcuni periodi storici e personaggi colpiti da queste malattie, come Sant’Ambrogio e Ramsete II colpiti da spondilite anchilosante, Cristoforo Colombo malato di artrite reattiva, Michelangelo, Galileo e Casanova affetti da gotta o Renoir da artrite reumatoide. “Patologie molto diffuse ancora oggi – afferma Roberto Gerli, Presidente nazionale della SIR – troppo spesso sottodiagnosticate, non riconosciute ed a cui non viene dato il giusto peso, ma capaci di minare fortemente la quotidianità di chi ne è colpito. Ieri come oggi è fondamentale affrontarle nel modo più serio e scientifico possibile. La ricerca, infatti, negli ultimi anni ha portato a terapie sempre più efficaci, fino alla rivoluzione determinata dall’introduzione dei farmaci biologici. Ma lo studio del passato ci può aiutare anche a sottolineare il ruolo della prevenzione e della giusta interpretazione dei sintomi – spiega il presidente -. Non esiste altra area terapeutica in cui il paziente purtroppo debba attendere in alcuni casi anche anni prima di ricevere la giusta diagnosi ed essere curato al meglio del Reumatologo”. Al convegno hanno presenziato il Direttore generale dott. Contato ed il Direttore sanitario, dott. Carretta, della ULSS3-Serenissima, che ospita l’Istituto di Storia della Reumatologia nei prestigiosi locali del Complesso Monumentale di S. Marco, diretto dal dott. Mario Po’. Anche loro si sono dichiarati molto favorevoli all’iniziativa e ben lieti di ospitarla, anche come occasione per Venezia di nuove opportunità di alto prestigio scientifico e culturale.

La Biblioteca Storica di Medicina che fa parte del complesso Museale di San Marco è una delle più importanti del mondo. Raccoglie, cataloga e digitalizza tutto ciò che può essere utile per la ricerca storiografica medica. Qui vengono collocati libri, manoscritti, riviste d’epoca, materiale scientifico e informativo prodotto dalla SIR nella sua lunga vita. Questo materiale era sparpagliato sull’intero territorio nazionale e si correva il rischio di perdere questo patrimonio, fondamentale per meglio interpretare il presente. Un patrimonio che consente anche di dare il giusto peso alla Reumatologia italiana nel mondo. “Rappresentiamo una eccellenza in campo internazionale – sottolinea il presidente Gerli – testimoniata anche oggi dal numero di pubblicazioni e di collaborazione avviate coi grandi centri non solo europei: il convegno di oggi conferma questo ruolo che potrà essere determinante anche per tornare alla normalità dopo la pandemia e ribadisce come la storia rappresenti una straordinaria opportunità di analisi scientifica per favorire al meglio il lavoro quotidiano dei Reumatologi a tutto vantaggio dei pazienti”.