Osteoporosi: dopo i 50 anni ne soffre un uomo su cinque

Ma solo il 9% degli ultra sessantenni ne è a conoscenza

13 ottobre 2017 / Salute e benessere

Roma, 13 ottobre - Dopo i 50 anni un uomo italiano su cinque soffre di osteoporosi. Ciò nonostante non esiste tra gli uomini e i medici un'attenzione alla ricerca di questa patologia, tanto che di tutte le densitometrie effettuate in Italia, oltre il 90% è appannaggio delle donne.

E’ quanto è emerso da un convegno che si è svolto a Padova la scorsa settimana durante la presentazione dello studio Amos, della Fondazione Foresta Onlus in collaborazione con l'Azienda Ospedaliera di Padova, Ulss 6 e Cnr-Sezione invecchiamento. Dalla ricerca è emerso che nel nostro Paese su 300 ultrasessantenni, il 38% manifesta una riduzione della densità dell'osso, ma soltanto il 9% ne è conoscenza.

Dalla ricerca emerge che i fattori di rischio più evidenti per lo sviluppo della patologia sono l'obesità e l'ipogonadismo, ossia una ridotta produzione di testosterone. Negli over 60, nell'ambito della condizione clinica definita andropausa (disturbi sessuali, debolezza e riduzione della forza muscolare, obesità, diabete), si verifica una riduzione dei livelli di testosterone. La sintomatologia associata alla deficienza di questo ormone si confonde molto con la comune sensazione "di essere anziani", pertanto la diagnosi di ipogonadismo nell'adulto viene rilevata raramente. La conseguenza della mancata individuazione di bassi livelli di testosterone comporta tra l'altro, l'assenza di indicazione alla valutazione della struttura dello scheletro, e quindi la mancata rilevazione dei segni di osteoporosi.