Studio: l’obesità va considerata come un invecchiamento precoce
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Obesity Reviews
5 marzo 2020 / Salute e benessere
Roma, 5 marzo 2020 - L'obesità va considerata come un invecchiamento precoce perché predispone le persone a patologie tipiche della terza età. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di malattie potenzialmente letali. Lo rivela uno studio coordinato dalla canadese Concordia University e pubblicato sulla rivista Obesity Reviews. Gli scienziati d’oltreoceano hanno evidenziato sui topi come la morte programmata delle cellule, detta apoptosi, indotta dall'obesità è presente nel cuore, nel fegato, nei reni, nei neuroni, nell'orecchio e nella retina. Il grave eccesso di peso inibisce anche l'autofagia cellulare, cioè la possibilità delle cellule di rimuovere componenti danneggiati. Senza questa aumenta il rischio di tumori, malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e Alzheimer. A livello genetico, invece, i ricercatori scrivono che l'obesità influenza una serie di alterazioni associate all'invecchiamento. Gli effetti dell'obesità su declino cognitivo, mobilità, ipertensione e stress sono tutti simili a quelli di chi è più anziano e ci sono conseguenze anche sul sistema immunitario. Per esempio l'influenza colpisce i pazienti obesi con dei tassi più elevati rispetto agli individui di peso normale. Sempre secondo lo studio canadese gli obesi sono persone anche a maggior rischio di sarcopenia, un declino della massa e della forza muscolare solitamente dovuto all'invecchiamento.
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