Studio: un italiano su tre a rischio “trauma da pandemia”

E’ quanto sostiene uno studio della Società Italiana di Psichiatria

12 febbraio 2021 / Covid-19

Roma, 12 febbraio 2021 – La pandemia sta mettendo a rischio anche il benessere mentale delle persone facendo sentire i suoi pesanti effetti a livello psicologico. Insonnia, depressione ma pure disturbi psichici più gravi sono le manifestazioni di quello che gli psichiatri definiscono il nuovo e dilagante ‘trauma da pandemia’, che può lasciare segni fino a 30 mesi e mette a rischio 1 italiano su 3, con le donne che sono le più esposte.

E’ questo il quadro che emerge da una revisione sistematica della Società Italiana di Psichiatria (SIP) degli studi pubblicati sul tema Covid e salute mentale, a un anno dall’inizio della pandemia a livello mondiale. Questa situazione, avvertono gli esperti, lascia i suoi segni profondi sulla psiche, rischiando di compromettere anche a lungo termine benessere e salute mentale non solo dei pazienti guariti dal virus, degli operatori sanitari e delle famiglie delle vittime, ma di tutte le persone che anche solo indirettamente stanno subendo l’impatto di un anno di Coronavirus. Il rischio più diffuso è vivere l’esperienza pandemica in modo traumatico, manifestando il cosiddetto disturbo post-traumatico da stress (PTSD), con sintomi cronici o persistenti che vanno da insonnia a incubi ed ansia: fino a un individuo su tre potrebbe soffrirne. Nella popolazione generale sono le donne la categoria più a rischio, probabilmente perché il lockdown ha pesato più che mai su di loro, sia come madri sia come lavoratrici. “Il disturbo da stress post-traumatico è un disturbo psichiatrico che può svilupparsi in seguito all’esposizione ad eventi traumatici così eccessivi da determinare uno sconvolgimento psichico – spiegano Massimo Di Giannantonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Sip -. Gli effetti sulle persone sono a lungo termine e talvolta cronici”. In particolare, l’analisi mostra che a infierire sull’equilibrio psichico sono state soprattutto le condizioni di isolamento, la perdita di libertà, le preoccupazioni per l’impatto del virus sulla gravidanza. Mentre il più grande fattore protettivo sembra essere una condizione di benessere spirituale.