Lavoro: la sanità assorbe il 10% degli occupati italiani

Il dato è contenuto in un rapporto Enpam ed Eurispes

12 gennaio 2018 / Reumatologia

Roma, 12 gennaio 2018 – Il 10% del totale degli occupati del nostro Paese lavora nel settore della sanità. E’ questo il principale dato contenuto nel primo Rapporto sul sistema sanitario italiano realizzato dell'Osservatorio salute, legalità e previdenza, nato dalla collaborazione tra l'Ente di previdenza dei medici (Enpam) e l'Eurispes. Secondo l’Istat - rileva il Rapporto presentato oggi a Roma - nel 2015 gli occupati nel comparto sanità sono stati 1.796.000.

Ma "considerando la quota di lavoro nero e grigio che si annida soprattutto nell’area della cura alla persona, è legittimo ritenere che alla rilevazione Istat si debbano aggiungere tra le 300.000 e le 400.000 unità, portando il totale a circa 2.200.000 addetti, ovvero ad una quota vicina al 10% del totale occupati". I servizi ospedalieri - si legge nel Rapporto - assorbono il 44,4% degli addetti.

Questo settore è il più numeroso e al suo interno operano diverse professionalità; quelle prevalenti sono le professioni sanitarie, infermieristiche e ostetriche (43%), mentre un 18,1% del personale è addetto a mansioni non afferenti le professioni sanitarie. Il dato fa intuire il livello di burocratizzazione della macchina sanitaria, vista la quota elevata del personale non propriamente sanitario e principalmente amministrativo che viene assorbita per il suo funzionamento.

L’82,5% è personale dipendente, mentre la quota rimanente si distribuisce tra lavoro autonomo, collaborazioni e forme cooperativistiche. Queste ultime sono molto diffuse nei servizi alle famiglie e nell’assistenza sociale, in modo particolare per l’assistenza sociale non residenziale per anziani e disabili (13,2%), strutture di assistenza infermieristica residenziale (7,2%), altri servizi (6%).

Con blocco turn-over, ormai da almeno 7 anni, "si assiste ad una perdita di figure professionali che non vengono sostituite se non che con forme di lavoro atipico o a chiamata, anche per periodi inferiori al mese.