AIFA: “Scarsa aderenza alle terapie costa 2 miliardi l’anno”
E’ quanto sostiene il Tavolo Tecnico su Medicina di Precisione e Prescrittomica
11 novembre 2024 / Salute e benessere
11 novembre 2024 - Costa due miliardi di euro l’anno al servizio sanitario nazionale la mancata aderenza alle terapie mentre un aumento di rispetto delle cure anche solo del 15% potrebbe ridurre i costi assistenziali di 300 milioni, senza considerare quelli sociali, derivanti ad esempio dalla perdita di giornate lavorative. Considerando che, in base all’ultimo rapporto OsMed quasi un anziano su tre (il 28,5% degli over 65) assume 10 o più medicinali in corso d’anno, almeno 5 nel 68% dei casi.
Queste alcuni dei dati emersi dal tavolo tecnico su Medicina di Precisione e Prescrittomica per migliorarla che ha preso il via all’Agenzia italiana del Farmaco a cui partecipano anche Società scientifiche, organizzazioni delle professioni sanitarie e accademici del settore, per arrivare a una relazione finale entro un anno. Nell’attività di ricerca anche social network e IA. “Molti trattamenti – ha spiegato il presidente dall’Aifa, Robert Nisticò inaugurando i lavori del Tavolo tecnico – si traducono poi in bassa aderenza e persistenza alle terapie, con danni alla salute dei pazienti e spreco di risorse. Acuiti anche dal fatto che l’interazione di così tanti medicinali diventa difficile da tenere sotto controllo per gli stessi medici e può generare effetti avversi o scarsa tollerabilità ai trattamenti”. Da qui la spinta su farmacogenetica e IA. “Diversi studi – ha riferito Nisticò – hanno dimostrato che l’uso dell’Intelligenza artificiale per monitorare le terapie, inviare promemoria personalizzati e fornire supporti in tempo reale può aumentare fino al 20% l’aderenza alle terapie stesse. Percentuale che si traduce in un miglioramento del 40% della qualità della vita e del 20% in termini di sopravvivenza”. Per quanto riguarda la farmacogenetica “nei pazienti poli-trattati – ha detto Nisticò – l’informazione genomica consente anche di valutare le interazioni tra farmaci e l’impatto cumulativo della terapia e questo significa poter ridurre gli effetti collaterali, come i rischi di tossicità, aumentare l’aderenza alle terapie, il tutto riducendo i costi sanitari indotti da visite ambulatoriali e ospedalizzazioni, che secondo studi Usa tra il 3 e il 7 per cento dei casi sono causate da reazioni avverse ai medicinali”. Un aiuto può venire anche dai social network “per condividere con la popolazione generale informazioni semplici e precise sull’uso corretto dei medicinali e le loro possibili interazioni”.
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