62° Congresso della Società Italiana di Reumatologia

Dal 26 al 29 novembre, a Rimini, il 62° Congresso Nazionale SIR. Tra i temi più attesi, le terapie cellulari d’avanguardia

25 novembre 2025 / Primo piano

Un intervento modulato e intelligente che riprogramma il sistema immunitario alterato, senza aggredirlo, per spegnere l’infiammazione e tornare a una situazione di equilibrio. È questo lo scenario che si apre grazie a terapie innovative attualmente allo studio per il trattamento delle malattie reumatologiche autoimmuni. Insieme alla possibilità di fare diagnosi precoce, alla medicina di precisione e al contributo dell’Intelligenza Artificiale, queste nuove prospettive terapeutiche stanno ridisegnando il futuro della reumatologia. Questi alcuni dei temi al centro del 62° Congresso Nazionale della Società Italiana di Reumatologia, a Rimini dal 26 al 29 novembre. L’evento celebra il 75° anniversario dalla fondazione della Società Scientifica.

“L’innovazione più promettente sono le terapia cellulari nate dalla ricerca sui tumori”, spiega Andrea Doria, Presidente SIR. “Le CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T cells) sono linfociti del paziente riprogrammati in laboratorio per riconoscere e distruggere le cellule che producono gli autoanticorpi responsabili di infiammazione o altri danni ad organi e tessuti. Già usate in oncologia, stanno mostrando risultati sorprendenti anche in alcune malattie autoimmuni come lupus e sclerodermia, con remissioni prolungate. Ma adesso la ricerca si sta già spingendo oltre, con una nuova generazione di CAR-T dette ‘regolatorie’, più ‘gentili’, capaci di spegnere l’infiammazione invece di distruggere le cellule immunitarie. In uno studio presentato all’ultimo congresso dell’American College of Rheumatology[i], queste CAR-Treg sono state testate nell’artrite reumatoide per riconoscere come bersaglio specifico la citrullina, molecola chiave in questa malattia, responsabile della produzione di autoanticorpi. Nel tessuto articolare, le CAR-Treg legano la citrullina creando un microambiente antinfiammatorio e immunomodulante, riducendo il danno e senza gli effetti collaterali delle CAR-T effettrici. Un altro filone emergente riguarda gli anticorpi bispecifici. Versione ‘smart’ delle terapie biologiche tradizionali, sono molecole capaci di legarsi a due bersagli contemporaneamente, aumentando l’efficacia degli anticorpi a singolo bersaglio. C’è poi il grande capitolo della medicina di precisione: biopsie sinoviali e analisi molecolari dei tessuti articolari promettono di identificare in anticipo quale farmaco funzionerà meglio per ciascun paziente. L’auspicio è che questi progressi entrino nella pratica clinica nei prossimi 4-5 anni. Non parleremo ancora di ‘guarigione’ – perché la predisposizione genetica all’autoimmunità resta – ma di remissioni durature, senza terapia e con una qualità di vita nettamente migliore”.

Parlando di nuove frontiere della reumatologia, Roberto Caporali, Presidente eletto SIR, ricorda come la prima vera rivoluzione non appartenga al futuro, ma al presente, ossia la diagnosi precoce, oggi già fattibile: “Abbiamo conoscenze e strumenti per riconoscere molte malattie reumatiche nelle loro primissime fasi. Il problema, semmai, è organizzativo: i pazienti devono arrivare prima dal reumatologo, perché intervenire tempestivamente può cambiare la storia della malattia”.

“Grazie ad esami del sangue, genetica, profili metabolici, immagini e algoritmi di intelligenza artificiale sta, inoltre, diventando sempre più concreta la possibilità di predire l’andamento della malattia, lo sviluppo delle sue complicanze e la risposta ai diversi possibili trattamenti, – prosegue Caporali che approfondisce il tema della medicina di precisione e i progressi nella capacità di interpretare biomarcatori nel sangue e nei tessuti –. Nella psoriasi, ad esempio, alcuni indicatori permettono già di capire quali pazienti sono più a rischio di sviluppare l’artrite psoriasica; nelle vasculiti o nelle miositi, test mirati possono suggerire se la malattia sarà più o meno aggressiva; nell’artrite reumatoide, l’analisi molecolare della biopsia sinoviale aiuta a distinguere chi risponderà meglio a una certa terapia. Non si tratta ancora di pratica clinica di routine, ma la distanza tra laboratorio e ambulatorio si sta accorciando. Alcuni marcatori già li conosciamo, e stiamo imparando a usarli. Altri sono in una fase di ricerca molto vicina all’applicazione reale. Stiamo andando nella direzione di poter scegliere il farmaco giusto, al momento giusto, per ogni specifico paziente. Oggi i reumatologi hanno a disposizione molte terapie, ma non sempre è chiaro quale sia la migliore per ciascuno. Con i nuovi biomarcatori, oltre alle caratteristiche del paziente, sarà possibile evitare i tentativi ‘prova e sbaglia’, ridurre i mesi persi con terapie inefficaci e trattare subito in modo mirato i pazienti con malattia precoce o aggressiva”.

Ad accelerare queste trasformazioni, l’Intelligenza Artificiale che sta diventando un alleato fondamentale per i reumatologi. “Le nostre malattie sono complesse, croniche, variabili nel tempo e per monitorarle servono tantissimi dati: clinici, di laboratorio, immagini radiografiche ed ecografiche”, illustra Angela Anna Padula, Vicepresidente SIR. “L’IA può analizzare queste informazioni in modo rapidissimo e preciso, individuando connessioni che all’occhio umano possono sfuggire. È uno strumento potente, che migliora diagnosi, scelta terapeutica e follow-up. Al congresso SIR vengono presentati tre studi che mostrano come l’IA stia già entrando nella pratica reumatologica. Il primo riguarda le artropatie microcristalline e il deep learning: un algoritmo ha riconosciuto automaticamente i cristalli nelle ecografie del ginocchio, rendendo la diagnosi più oggettiva e accessibile anche nei centri meno specializzati. Il secondo ha impiegato radiomica e machine learning per distinguere due fibrosi polmonari quasi identiche alla TAC (quella idiopatica e quella associata all’artrite reumatoide): una differenza fondamentale perché le terapie sono completamente diverse. Il terzo studio ha riguardato il lupus, con un modello in grado di prevedere il rischio di riattivazione della malattia a 12 mesi, permettendo follow-up più stretti e interventi più tempestivi. Insomma, pur non sostituendo il medico, l’AI può supportarci in modo straordinario ma dobbiamo usarla con rigore: gli algoritmi sono tanto affidabili quanto lo sono i dati con cui vengono addestrati. Servono competenze, standardizzazione e collaborazione, non solo tra centri, ma anche tra diverse professionalità, ingegneri, data scientist e clinici”.

Ed è grazie alla ricerca scientifica che stanno prendendo forma questi scenari così suggestivi. In occasione del Congresso SIR a Rimini, la Fondazione Italiana per la Ricerca in Reumatologia - ETS (FIRA) lancia la sua ultima iniziativa a sostengo di una maggior conoscenza e comprensione delle malattie reumatologiche. “La prima Borsa di Ricerca Carla Fracci, che abbiamo potuto finanziare grazie alla raccolta fondi promossa la scorsa primavera attraverso il 1° Gala FIRA per la Ricerca, sarà assegnata tramite un bando del valore di 40.000 euro destinato a sostenere un progetto dedicato all’epidemiologia delle malattie reumatologiche in Italia, spiega il prof. Alberto Cauli, Presidente FIRA. ”Ad oggi, infatti, non disponiamo di dati consolidati e aggiornati sulla reale diffusione delle numerose patologie reumatologiche nel nostro Paese. Con questo studio intendiamo offrire una fotografia dettagliata, precisa e scientificamente fondata, utile ai decisori, alle Regioni e alle strutture sanitarie per pianificare al meglio le risorse necessarie a rispondere ai bisogni dei pazienti. Siamo convinti che conoscere i numeri reali renderà più efficace sia l’attività clinico-assistenziale sia quella di ricerca. Presentiamo ufficialmente il bando alla comunità dei reumatologi italiani durante il Congresso Nazionale SIR di Rimini, e ci aspettiamo una partecipazione ampia e qualificata, così da poter procedere in tempi rapidi all’assegnazione della borsa”.

Mentre per continuare a far conoscere le malattie reumatologiche alla popolazione generale, torna anche quest’anno la “SIRUN”, corsa non competitiva organizzata dalla SIR in occasione dell’apertura del suo Congresso Nazionale. A Rimini, viene inoltre, presentata ufficialmente la nuova brochure SIR sulla prevenzione delle malattie reumatologiche. Consegnata ai partecipanti al Congresso, verrà distribuita negli ambulatori di reumatologia di tutto il territorio nazionale.

 

[i] Kohler M, et al. A Phase 1 Study of Autologous CAR-Treg Cells in Refractory Rheumatoid Arthritis: Interim Report of Safety and Efficacy [abstract]. Arthritis Rheumatol. 2025; 77 (suppl 9). https://acrabstracts.org/abstract/a-phase-1-study-of-autologous-car-treg-cells-in-refractory-rheumatoid-arthritis-interim-report-of-safety-and-efficacy/.